Viaggiando con Terzani
Lo stato federale della Malaysia comprende la Malaysia peninsulare, sulla punta della penisola di Malacca, e quella orientale.
Il popolo malese
I malesi sono il risultato di migrazioni avvenute attraverso i secoli dalla Cina, Indocina e l’Asia sud orientale. La lingua malese ha un lessico vastissimo, proprio per il contatto nel corso dei secoli con arabi, cinesi, portoghesi, inglesi, giavanesi e tanti altri.
Più della metà della popolazione è di origine malese e la religione islamica è la più seguita. La restante parte è di origine cinese e di religione buddhista, di origine indiana e di religione induista.
Terzani dalla Thailandia attraversa la cittadina di Betong, posto di confine ufficiale, ed entra in Malaysia.
I villaggi sono dominati dalle moschee, gli uomini sono in sarong e con la papalina musulmana…
Tiziano Terzani, Un indovino mi disse, Milano, Longanesi, 1995, p. 133
Nella Malesia degli anni ‘70 che avevo conosciuto, la religione era un fatto marginale. I malesi avevano le loro moschee e i cinesi i loro templi … Poi i malesi, per difendersi dallo strapotere economico dei cinesi, dalla loro cultura materialistica, hanno cominciato a calcare l’Islam…
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Terzani ci racconta il suo ingresso in Malaysia dalla cittadina di Kroh. Durante il breve viaggio in taxi dialoga con l’autista e descrive la differenza tra gli uomini fioriti, figli dell’impero dei fiori e cinesi, e i bumiputra, gruppi etnici malay figli della terra.
Kroh ora conosciuta come Pengkalan Hulu
La storia del nome di Kroh inizia con un piccolo fiume che attraversa queste terre e sgorga da un villaggio chiamato Selaron che significa sentiero degli elefanti in lingua araba.
Con la decisione di non volare m’ero ridato tempo: il tempo di fermarmi, di guardarmi attorno, di riflettere. Nessuno mi aspettava e, con grande piacere, rinunciai all’autobus che partiva per Penang solo per restare a chiacchierare con un vecchio cinese.
p. 135
Con un taxi Terzani da Baling arriva a Butterworth e con un breve viaggio in traghetto raggiunge l’isola di Penang nello stretto di Malacca
Passai il pomeriggio a inserire note nel mio computer, a leggere le lettere d’amore, mai spedite, di un governatore inglese di qui, e ad ascoltare il mare e le cornacchie. Ero felice. Ero solo e trovavo la solitudine una magnifica compagnia.
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Tornai in albergo a piedi, sotto un sole a picco. Era l’ora in cui ai tropici tutti fanno la siesta. Dormono i guidatori di trisciò, seduti con i piedi in su al posto dei passeggeri, sotto il tettino del loro veicolo; dormono i sarti indiani ai loro banchi, i cinesi alla penombra dei loro negozi.
p. 153
Da Penang Tiziano decide di scendere lungo la penisola con un taxi condiviso con altri viaggiatori.
Ipoh capitale del verdissimo stato di Perak
l nome gli veniva da un albero con il quale i malesi fabbricavano le loro frecce avvelenate … anche Ipoh stava modernizzandosi. Andai a vedere il tempio cinese più vecchio della città, ed era stato appena rifatto completamente in cemento.
p. 155
Da Ipoh, dopo aver viaggiato in autobus, il nostro autore giunge di sera a Kuala Lumpur e la trova completamente cambiata.
Puoi approfondire leggendo la pagina Kuala Lumpur su Treccani online.
Attraverso le sue parole conosciamo la drammaticità della convivenza tra popoli e dell’integrazione tra le diverse etnie…
I proprietari, gli impiegati, le cameriere della locanda erano tutti cinesi. Solo l’uomo incaricato di aprire la porta e di portare i bagagli dei clienti, anche quelli tutti cinesi, era malese. Bastò scambiarci due parole e subito anche lui mi parlò del problema che divide la Malesia: la razza.
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…i malesi …
erano vissuti per secoli nei kampong, i villaggi, sotto i loro sultani…erano musulmani; erano poveri, ma mai ridotti alla fame.
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Dopo gli anni novanta la Malaysia è passata ad un’economia moderna, anche se la crescita troppo rapida ha portato conseguenze gravi tra le fasce di popolazione più povere.
Terzani ci descrive dal suo punto di vista come la modernizzazione della Malaysia abbia coinciso, nell’intento di dare ai malesi un’identità definita, con il ricorso alla religione, imponendo grandi cambiamenti e abbandonando le abitudini tradizionali.
Nei giorni a Kuala Lumpur Terzani fa visita ad una indovina, una donna indiana che risiedeva in un quartiere popolare della città; descrive in maniera esemplare la modesta abitazione della donna e i pochi oggetti contenuti, affascinando il lettore e trasmettendo un’atmosfera di spiritualità profonda.
Si scese uno scalino e si entrò in una piccola stanza dal pavimento di cemento. La parete di fondo era dominata dalla statua di una divinità indiana, Shiva. Ai suoi piedi c’erano piccoli vassoi con petali di fiori, un lumino ad olio e pacchetti di soldi lasciati dai clienti-pazienti venuti prima di me. Nella stanza aleggiava l’odore dolciastro dell’incenso indiano.
p. 162
Tiziano raggiunge la città di Malacca via terra, dopo aver tentato invano di attraversare lo stretto via nave.
Malacca è il capoluogo dell’omonimo stato, nella Malesia sud- occidentale, ed è stata dichiarata nel 2008 dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
Malacca, sulla costa occidentale della Malesia, è una città carica di passato, imbevuta di sangue, seminata di ossa; una città straordinaria, dove le razze di mezzo mondo si sono incontrate, scontrate, amate, riprodotte…
p. 170
Fai un piccolo viaggio virtuale nella città storica.
Bukit China, la Collina dei Cinesi
Per più di cinque secoli, sui pendii dolci di quell’altra assolata, con la vista sul mare, i hua-ren di Malacca hanno sepolto i loro morti in tombe di diversa misura, di diversa ricchezza, ma tutte ugualmente bianche, tondeggianti, come ventri materni, tutte perfettamente esposte a quel -respiro cosmico- che fa vivere chi parte per l’aldilà e porta fortuna a chi resta.
p. 171
Tiziano racconta di una città abitata da spiriti, morti e strani personaggi, addirittura gnomi, con i quali le persone devono fare i conti.
Si passò da Banda Hill, un’area riconquistata al mare poco lontano dalla fortezza e occupata da una distesa di baracche di legno su ognuna delle quali penzolava una gabbia. -immigrati indonesiani-, disse la signora. – Vengono qui a lavorare , ma sanno che in questa terra c’è il malocchio e si proteggono portandosi dietro dei cuculi.
p. 181
Singapore
All’estremo sud della penisola malese si trova la città-stato di Singapore, separata a nord dalla Malaysia dallo Stretto di Johor.
Ogni città ha un suo modo di presentarsi … Quello di Singapore è l’aeroporto…Io, data la mia condizione di appiedato, non potevo entrare da lì e, come tutti gli altri indesiderabili, saccopelisti senza soldi, malesi immigrati giornalieri e poveri trafficanti russi, arrivai a Singapore dalla porta di dietro: via terra, dalla Malesia.
p. 187
Puoi approfondire leggendo la pagina Singapore su Treccani online.
I primi singaporiani che vidi dal treno erano come quelli di una volta: ciabatte di plastica, calzoncini neri e maglietta bianca… esattamente come il protagonista di una delle prime storie che sentii quando ci venni a vivere nel 1971
pp. 187-188
Ma nonostante la meraviglia di rivedere Singapore cambiata radicalmente, ci dice:
Vista dall’alto era un sogno di città, con i grattacieli trasparenti come nuvole geometriche contro il cielo…
p. 195
La Malaysia in cucina
Il Nasi Lemak il piatto tradizionale della cucina malese : riso cucinato in latte di cocco e foglia pandan, aromatica. Puoi leggere di questo piatto in “Ricetta e storia del Nasi Lemak, piatto più popolare della cucina malese” sul sito 2backpack.
La Malaysia in musica
Suggerimenti di lettura, visione e ascolto
Le tigri di Mompracem
- Leggi l’articolo “Il Sandokan brutale de La Tigre della Malesia” sul sito Treccani
- Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari, letto da Gabriele Vacis per “Ad alta voce” su Raiplay radio
- Sandokan, la serie video (Italia 1976) su Raiplay
e ancora, facendo un salto in biblioteca…
- Fiabe e leggende della Malesia a cura di Cristina Del Mare, 1993
- Trilogia malese, Anthony Burgess, 1999
- La linea d’ombra, Joseph Conrad, 2013
- Lord Jim, Joseph Conrad, 2013
Noi ci fermiamo qui, ma il viaggio continua… Con le parole del nostro autore:
Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare […]
p. 239
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