Giovedì 7 novembre ore 17, Sala Conferenze, secondo ballatoio Salaborsa.
Ne parliamo con Enkelejda Shkreli, docente di Sociolinguistica all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e Console Onorario d’Albania in Emilia Romagna.
In questa occasione verrà presentato il libro Nonluoghi di Marc Augé in lingua albanese, tradotto da Ledi Shamku-Shkreli.
Marc Augé è stato un antropologo, etnologo, scrittore e filosofo francese. Ha introdotto il concetto di NONLUOGHI: spazi non identitari, relazionali e storici.
Il libro “Non-luoghi: Introduzione a una antropologia della surmodernità” di Marc Augé è un testo estremamente importante per le discussioni attuali sul processo decisionale urbano, sul turismo delle città e sulla cultura stessa. Il concetto di “non luoghi” di Augé si riferisce a spazi senza identità, storia o connessione, come aeroporti, centri commerciali e catene di alberghi, spazi che le persone attraversano ma con i quali non interagiscono in modo significativo. Questa idea è molto attuale nei contesti urbani contemporanei, dove il crescente turismo e le reti cittadine globali rischiano di trasformare le città in “non luoghi”, dove il tessuto sociale e culturale autentico diventa secondario rispetto alle esperienze temporanee e commerciali, dove spesso la città-cittadino, si trasforma in una città-consumatrice.
Nelle città affluite dal turismo di massa, i cittadini spesso si sentono alienati nel loro ambiente urbano. La pianificazione urbana incentrata sui turisti può trasformare i quartieri in aree commercializzate, gentrificando gli spazi, uccidendo l’etnografia e i rituali locali. Il lavoro di Augé sottolinea l’importanza di preservare spazi che favoriscano la connessione umana, essenziali per tutelare il diritto di ogni cittadino a partecipare nel processo decisionale per la propria città.
Inoltre, la rete globale delle città, guidata da collegamenti economici e infrastrutturali, spesso enfatizza il flusso di merci, capitali e turisti, trascurando gli interessi delle popolazioni locali, l’istruzione, l’accessibilità, il diritto alla casa e la mobilità sociale.
La critica di Augé alla surmodernità sottolinea la tensione tra queste grandi forze globali e la necessità di spazi urbani a misura d’uomo e guidati dalla comunità.
In una prospettiva urbana, il libro offre una prospettiva critica per esaminare come gli spazi urbani si stanno trasformando sotto la pressione della globalizzazione e del turismo. Fa pensare a una revisione della governance da parte dei cittadini, affinché gli spazi restino connessi alle comunità locali, preservandone l’aura e promuovendo processi decisionali inclusivi.